Majorino e Ponti (PD): “Grave errore, la nostra lotta continuerà”
“Grazie a tutte le lombarde e a tutti i lombardi che hanno sostenuto la legge di iniziativa popolare, la nostra lotta per una sanità più giusta comunque continuerà”. Così il capogruppo del Pd in consiglio regionale Pierfrancesco Majorino ha detto oggi pomeriggio, in aula, prima della bocciatura da parte della maggioranza di destra-centro della legge di iniziativa popolare che mirava a rimuovere l’equivalenza tra sanità pubblica e sanità privata dall’attuale legge regionale quadro del settore. Con 39 voti contro 23 la maggioranza ha sancito il “non passaggio alla trattazione degli articoli” del testo di legge, mettendo fine al percorso iniziato a marzo del 2024 con il lancio della raccolta firme.
Netto anche il giudizio del Consigliere regionale del Pd Gigi Ponti: “Credo- ha sottolineato- che la destra lombarda abbia fatto un grave errore bocciando la proposta di legge d'iniziativa popolare e chiudendo la porta a centomila lombarde e lombardi che hanno chiesto una cosa sola, il diritto a poter essere curati in tempi e condizioni dignitose. Evidentemente non si vuole mettere mano a un sistema che oggi palesemente non funziona. Una cosa che faremo presto è realizzare un centro per il rispetto del diritto alla salute”.
La proposta di legge di iniziativa popolare verteva sui primi articoli, quelli relativi ai principi, e mirava a rimuovere l’equivalenza tra sanità pubblica e sanità privata, mettendo in capo alla Regione il compito di governare in modo diverso l’offerta della sanità privata: secondo l’impostazione del Pd è la Regione che deve dire al privato quali prestazioni servono al sistema perché il settore pubblico da solo non basta. In questo modo, orientando i servizi offerti, si possono anche ridurre le liste d’attesa. Un elemento fondamentale di questo meccanismo, annunciato da anni ma non ancora realizzato, è il Centro unico di prenotazioni (Cup), che coinvolga anche le prestazioni fornite dal privato in regime di servizio sanitario pubblico: la Regione lo aveva promesso per il 2016, ma non sarà realizzato nemmeno in questa legislatura.
Quattro i pilastri della proposta di legge: l’universalità del servizio, cioè salute garantita a tutti i cittadini e non solo a chi si può permettere la sanità a pagamento; la ricostruzione della medicina territoriale, così tragicamente debole durante il periodo della pandemia, dopo anni di depotenziamento; la prevenzione come principio da osservare in ogni aspetto della programmazione della sanità; il governo della programmazione sanitaria pubblica e privata, cancellando l’equivalenza tra sanità pubblica e sanità privata e introducendo i principi di integrazione, trasparenza e sussidiarietà.
COMUNICATO STAMPA
Gruppo consiliare del Partito Democratico in Regione Lombardia