Sul contrasto al consumo di droghe servirebbero interventi seri di prevenzione e formazione, quello del cane antidroga nelle scuole assomiglia più a uno spot elettorale.
La polizia provinciale ha “noleggiato” un cane antidroga per realizzare cinque uscite nelle scuole superiori per operazioni di contrasto alla circolazione di sostanze stupefacenti tra i ragazzi che frequentano gli istituti superiori della Brianza.
Il problema c’è, ma non sono cinque singoli interventi con il cane antidroga a risolverlo. E nemmeno investire la polizia provinciale di questo compito lo è. La Polizia Provinciale andrebbe rafforzata nelle sue funzioni proprie, e andrebbero sviluppate maggiori sinergie con le polizie locali e altre forze dell’ordine. In questi anni si sono viste poche iniziative di questo genere, e spesso non si è capita la ratio di alcune scelte, come ad esempio la collaborazione con la polizia locale del Comune di Meda.
Il problema dell’uso di droghe andrebbe affrontato anzitutto cercando di contrastare la domanda, più che l’offerta. Nei confronti dei più giovani, in questo caso dei ragazzi delle scuole superiori, si mettono in campo soltanto azioni repressive, dimenticandosi dell’importanza di attività di educazione e prevenzione.
Ci piacerebbe che la Provincia si facesse promotrice, accanto agli interventi di polizia, di una serie di proposte formative sui pericoli e i danni per la salute derivanti dal consumo di droghe, con gli istituti scolastici stessi e attivando protocolli con altri soggetti che lavorano in questo ambito.
C’è un disagio che conduce molti giovani a percorrere questa strada, le Istituzioni dovrebbero comprendere e farsi carico di questo disagio, evitando di mostrare soltanto un volto repressivo.
Vincenzo Di Paolo