Oggi è stato presentato lo schema del Programma Nazionale di Riforma 2020.
Delinea le politiche per il triennio 2021-23 per il rilancio della crescita, l'innovazione, la sostenibilità, l'inclusione sociale e la coesione territoriale.
È la declinazione del Programma di Ripresa e Resilienza europeo e si basa sullo Strumento Europeo per la Ripresa.
Lo schema è costruito intorno a tre linee strategiche: modernizzazione del Paese; transizione ecologica; inclusione sociale e territoriale e parità di genere.
Ci si arriva con il rilancio degli investimenti pubblici, con l'obiettivo di portarli stabilmente sopra il 3% del PIL, concentrandosi su diverse aree di intervento, tra cui: lo sviluppo delle reti di telecomunicazione e di trasporto, la green economy, la protezione dell'ambiente, l'attenuazione dei rischi idrogeologici e sismici; la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione e dell'istruzione; l'aumento delle spese per l'istruzione, la ricerca e lo sviluppo, puntando a incrementare la spesa pubblica per la ricerca e per l'istruzione di 0,4 punti percentuali di PIL nei prossimi tre anni; il rilancio degli investimenti privati, con diversi obiettivi: promuovere l'innovazione, favorire il consolidamento patrimoniale delle aziende, aumentare gli investimenti nell'economia reale, favorire la crescita dimensionale, incentivare il trasferimento o la riorganizzazione in Italia di attivita' svolte all'estero; interventi per il rilancio di importanti filiere e settori produttivi, come il settore sanitario, l'auto e la componentistica, il turismo e lo spettacolo, l'edilizia, la produzione di energia, la siderurgia; riforme volte a rafforzare la competitivita' dell'economia e a migliorare l'equita', l'inclusione sociale e la sostenibilita' ambientale.
Tra queste: una amministrazione della giustizia più moderna e più efficiente; interventi sul sistema dell'istruzione, per una maggiore inclusione, più alti livelli di conseguimento educativo, e per ridurre il disallineamento fra le qualifiche richieste dalle imprese e quelle disponibili.
Inoltre, una riforma tributaria che migliori l'equita' e l'efficienza, riduca le aliquote effettive sui redditi da lavoro e aumenti la propensione delle imprese ad investire e a creare reddito e occupazione.
Ecco mi piacerebbe che il dibattito nel Paese fosse su questo.
Senatore Roberto Rampi