E il Comune di Monza continua a tacere. Il contrasto alla violenza alle donne a Monza e Brianza ha un nome: RETE ARTEMIDE. La Rete Artemide è l'organizzazione che i Comuni, le Istituzioni del territorio come la Provincia, la Prefettura, l'ATS e le ASST, le Forze dell'Ordine, i Centri Antiviolenza, il Terzo Settore e l'Associazionismo, la Fondazione della Comunità di Monza e Brianza e tanti altri soggetti si sono dati per rispondere con servizi, prestazioni, progetti ed interventi alle tante necessità delle donne che sono vittime di violenza domestica.

Nata dieci anni fa, ARTEMIDE ha visto nel Comune di Monza, con le diverse Amministrazioni che si sono succedute, il principale artefice, nel suo ruolo di Capofila, di iniziative, sportelli di ascolto e di 
aiuto, accoglienza di situazioni di emergenza, consulenze legali e psicologiche, supporto economico laddove necessario: tutte attività che Monza, con tutti gli altri soggetti partner, ha garantito, in modo sempre più significativo ed esaustivo, fornendo alle donne risposte
concrete, complete, efficaci ed efficienti.

Il partner storico di questa attività per la RETE ARTEMIDE è sempre stato il CADOM - Centro Aiuto Donne Maltrattate, con sede a Monza e con sportelli sparsi in tutta la Brianza.
Ora accade un fatto molto grave: Regione Lombardia ha reso obbligatorio per i Centri Antiviolenza un sistema di rilevazione dei dati, legittimamente richiesti per trasparenza nella erogazione di 
finanziamenti nazionali e regionali, che non garantisce più l'anonimato alle donne che ai Centri si rivolgono spesso dopo percorsi impegnativi di elaborazione di quanto subiscono e, soprattutto, della decisione di denunciare il maltrattante.

Tutto ciò per un Centro Antiviolenza è inaccettabile, dato che la RETE ARTEMIDE ha sempre basato il proprio intervento sulla garanzia di segretezza e di protezione delle donne da possibili e pericolose, per sé e per i propri figli, ritorsioni da parte di chi agisce violenza.

Entro il 30 giugno occorre sottoscrivere la Convenzione con Regione Lombardia per continuare a funzionare e a dare corpo alle risposte concrete alle donne. La mancata sottoscrizione da parte di CADOM e degli altri Centri Antiviolenza che negli anni si sono aggiunti nella RETE ARTEMIDE comporterebbe la distruzione dell'intero sistema e la cancellazione di dieci anni di lavoro, impegno e presa in carico sempre più qualificata e professionale da parte di tutti i soggetti della RETE.

In tutto questo, Monza, il Comune capofila, cosa fa? Che posizione prende? Come coinvolge TUTTI i soggetti di ARTEMIDE? Come lavora con i Centri Antiviolenza, a partire da CADOM, insieme agli altri protagonisti, per affrontare questa criticità e indurre Regione a trovare soluzioni compatibili con la protezione delle donne?

L'impressione che abbiamo è che anche in questo frangente l'Amministrazione Allevi sia silente, supina e spettatore inefficace di un'operazione delicata e complessa, ma assolutamente NECESSARIA, e non per un Comune o un altro, per un'Associazione od un'altra, ma per le 
tante donne che anche nella nostra Provincia sono ancora vittime di una violenza barbara, nascosta, agita spesso dentro alle relazioni affettive più profonde.

Aspettiamo fatti, non parole o dichiarazioni sdolcinate di buone intenzioni. Lo aspettano le donne.

Monza, 27 giugno 2019 - Comunicato stampa

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