Ho più amici gay io che forse tu e li tratto come tratto qualsiasi altra persona normodotata. Ho più amici gay che normali.”

Sono le parole pronunciate da una Consigliera comunale di Fratelli d’Italia a Lissone, durante una discussione in Consiglio Comunale per l’adesione alla Rete Re.A.Dy. (rete delle pubbliche amministrazioni contro le discriminazioni di genere e sull’orientamento sessuale).

Ancora una volta siamo costretti ad ascoltare affermazioni aberranti, parole disdicevoli, totalmente inappropriate, da parte di esponenti politici della destra.
In Brianza, nel 2023, c’è ancora chi distingue tra 'persone gay' e 'persone normali'.
E cosa ancor più triste e inaccettabile è che tutto questo viene espresso all’interno dell’Aula Consiliare, nel cuore cioè dell’Istituzione municipale.

Parole offensive per le persone e per un’intera comunità, quella LGBTQ+ che proprio a giugno celebra il mese dell’orgoglio e della visibilità con manifestazioni partecipate da milioni di persone in tutta Italia e che anziché trovare sostegno da parte di chi in qualche modo rappresenta le Istituzioni, si sente arrivare addosso parole inaccettabili.

Le affermazioni più gravi e preoccupanti, tuttavia, non sono quelle riprese maggiormente in queste ore da tutti i social, ma sono le giustificazioni con cui la maggioranza di destra di Lissone ha bocciato la proposta di adesione alla rete Re.A.Dy.

Secondo la Consigliera di FDI si sarebbe trattato di una “diffusione della propaganda ideologica mascherata come lotta alle discriminazioni”. Inoltre, per la Consigliera lissonese la carta Re.A.Dy. serve “solo per dare soldi alle associazioni LGBTQ+ per organizzare progetti nelle scuole per propagandare le teorie transgender”.

Quelli che contrappongono una posizione ideologica rispetto a proposte o azioni di buon senso sono loro. Un dibattito politico che non riesce a uscire da questi luoghi comuni privi di fondamento non porterà da nessuna parte.

È per questo che il Partito Democratico continuerà a battersi per i diritti di tutti e per fare in modo che anche le Amministrazioni locali possano fare la propria parte, anche attraverso l’adesione a percorsi di collaborazione e condivisione come la rete Re.A.Dy.

L’Amministrazione di Lissone aveva respinto lo scorso maggio un’altra mozione, presentata dal PD, per interventi volti a favorire l’inclusione e l’esercizio di voto delle persone transgender.
La sostanziale motivazione della bocciatura delle mozioni da parte della destra lissonese è che non se ne vede la necessità.

Le parole utilizzate della Capogruppo di Fratelli d'Italia testimoniano, al contrario, che c'è assoluto bisogno di promuovere con tutti gli strumenti possibili una nuova cultura dei diritti, a cominciare proprio dai livelli Istituzionali delle nostre città.

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