Ci si tessera perché ci si riconosce in una visione, un ideale, un pensiero progressista, socialista ed ecologista, e si crede sia utile provare a portarlo avanti nel Partito italiano più grande del centrosinistra. Dove ci sono molte storie, molti pensieri, ma dove se ci si impegna si possono portare avanti e costruire delle belle cose.
Io poi mi sono tesserata anche perché ero molto preoccupata della deriva del governo di allora di formazione Giallo Verde e adesso direi a una persona di tesserarsi perché abbiamo la Destra al governo e noi dobbiamo essere lì a proteggere tutti i diritti che piano piano, pezzo dopo pezzo, stanno portando via. Penso alla piena attuazione della Legge 194, continuare ad ignorare pezzi di Paese che appartengono fieramente alla comunità LGBTQIA+, al salario minimo, al diritto alla casa, all’adeguamento dei salari agli standard europei. Insomma provare a vedere come ragazza con meno di trent’anni ancora un futuro in Italia.
Io credo che ci si debba tesserare al PD per percorrere insieme, mano nella mano, questo futuro di diritti umani e ecologici. E fare in modo che con la nostra barriera non ci vengano portati via risultati delle lotte e conquiste di chi è venuto prima di noi. Così come hanno fatto tanti prima di noi, come hanno fatto settantasei anni fa la nostre Madri Costituenti.
Non so se abbia senso la mia risposta, quella di una ventottenne che oggi è in Direzione Nazionale e con orgoglio ha cinque tessere del PD nel portafoglio, ma ho voluto provarci.
Ho iniziato facendo politica nelle piazze, con i Fridays For Future e ammetto di aver trascorso un periodo in cui pensavo che lo spazio partitico e istituzionale non facesse minimamente per me, che volevo solo convogliare tutta la mia rabbia contro il sistema e l’establishment.
Poi, lavorando con il gruppo consiliare del PD a Milano e contribuendo a far approvare la prima dichiarazione di emergenza climatica e ambientale in Italia, mi sono resa conto che entrando nelle istituzioni si poteva fare qualche passo in più per portare le proprie idee, le proprie visioni di mondo e provare a realizzale. Uso il verbo “provare” apposta perché in un Partito forse la prima cosa che si impara è proprio il ragionare, discutere, costruire con gli altri.
Nel Partito Democratico non sarà un viaggio facile, ci saranno momenti bassi, delusioni, magari attacchi, ma sarà un viaggio bello, con belle compagne e compagni.