La situazione Istituzionale sembra si stia sbloccando, con questa formula molto ambigua della "astensione benevola/critica" da parte di Forza Italia che dà il via libera a Lega e 5stelle di accordarsi per fare l'esecutivo. Per certi versi era l'esito scontato visto il risultato elettorale, che ha premiato due forze molto simili in toni, contenuti, programmi e stile.
Ora però non è il momento di ritirarsi a guardare se riusciranno o meno a realizzare i loro programmi, che non sono solo composti da propositi che riteniamo irrealizzabili, ma sono soprattutto pieni di cose che sono agli antipodi rispetto ai nostri valori. Il punto per noi Democratici non è se pagheranno lo scotto di non riuscire a realizzare quanto hanno detto; il punto è che dobbiamo batterli noi, domani, sulla base di un rinnovato e ampliato consenso degli italiani intorno alle nostre proposte, perché la nostra visione della società è opposta alla loro.
Noi vogliamo l'integrazione europea, il lavoro, i diritti e la solidarietà: il reddito di cittadinanza e la flat tax non solo solo estremamente onerosi e per questo, con le attuali condizioni di bilancio, improbabili da realizzare e portatori di onerosissimi costi sociali in fatto di tagli ai servizi e al patrimonio pubblico. Sono provvedimenti che vanno nella direzione di una società che svaluta il lavoro, produce assistenzialismo e aumenta drasticamente le diseguaglianze.
Per questo serve che il PD riprenda l'iniziativa, colpisca nel merito le contraddizioni degli avversari, definisca la sua visione di società, la sua piattaforma valoriale e le proposte più semplici per potersi mettersi in cammino in questa direzione. Per fare questo non occorre l'ennesima conta intorno a una leadership, ma un lavoro profondo di coinvolgimento dei nostri militanti, dei nostri elettori, di quella parte del Paese che vuole una politica seria, autorevole e autonoma, impegnata nella lotta alle diseguaglianze e nel costruire le condizioni per lo sviluppo dei talenti di ciascun individuo, che vuole costruire davvero un'Europa unita e integrata e che non si chiama fuori dalle proprie responsabilità internazionali.
In questo modo, dentro un PD rifondato e rigenerato, la selezione della futura classe dirigente e delle leadership, locali e nazionali, avrà un senso più ampio e valido, che ci consenta di fare opposizione oggi e di diventare maggioranza domani.
Un caro saluto
Pietro Virtuani, Segretario provinciale del Partito Democratico di Monza e Brianza