Documento sui centri vaccinali del Partito Democratico di Monza e Brianza. Il PARTITO DEMOCRATICO di Monza e Brianza sostiene e accompagna la scelta che in queste settimane molte Amministrazioni Comunali di centrosinistra del territorio hanno fatto mettendosi a disposizione di Regione Lombardia e ATS Brianza, perché convinto che il DIRITTO ALLA SALUTE, bene fondamentale garantito dalla nostra Costituzione, vada realizzato concretamente nelle forme più universali, eque, razionali ed efficaci per TUTTI I CITTADINI del nostro territorio provinciale.
Dall’inizio della campagna vaccinale per far fronte alla pandemia di SARS COVID 2, infatti, anche molti Comuni della Provincia di Monza e Brianza amministrati dalle forze di centro sinistra hanno lavorato per organizzare la creazione di CENTRI VACCINALI a supporto della rete già individuata da ATS Brianza e dalle ASST della Brianza e di Monza.
Tali CENTRI VACCINALI hanno l’obiettivo di offrire alla popolazione un luogo già noto del proprio Comune (o di quello immediatamente limitrofo) nel quale recarsi per ricevere la somministrazione del vaccino.
La messa a disposizione ed il lavoro di preparazione, svolto dalle Amministrazioni Comunali con la collaborazione dei Medici di Medicina Generale del Territorio, coordinati dalle Cooperative che li rappresentano, e col supporto dei volontari di Protezione Civile e di altre associazioni di volontariato, sono volti a offrire ad ATS e ASST un importante supporto in termini di logistica, garantendo maggiore razionalità e maggiore prossimità del servizio per i cittadini, soprattutto nella fase massiva che deve raggiungere IL NUMERO PIÙ ALTO POSSIBILE DI PERSONE NEL TEMPO PIÙ BREVE POSSIBILE.
I risultati possibili sono sotto gli occhi di tutti:
MAGGIORE VICINANZA ai luoghi di vita e quindi MENO TRAFFICO E MINORI SPOSTAMENTI da una zona all’altra della provincia – MINORI ASSEMBRAMENTI e conseguenti MINORI SITUAZIONI DI RISCHIO CONTAGIO – TEMPI DI ATTESA più brevi – PIU’ FACILITA’ nella gestione delle liste vaccinali e dei tempi di erogazione.
Le scelte di Regione e ATS, tuttavia, vanno in una direzione diversa che, oltre a vanificare gli sforzi fatti da molti Comuni, vede anche sfumare l’opportunità di un servizio di prossimità a favore dei cittadini e rende meno facile l’accesso alla vaccinazione su un territorio come quello della Brianza ove l’attesa per la somministrazione è estremamente alta da parte di tutta la popolazione. Infatti, l’importanza di un’organizzazione capillare e diffusa è assai evidente per il nostro territorio provinciale, caratterizzato da un’elevata densità demografica (2.150 ab/kmq) valore nettamente più alto di quello regionale (421 ab/kmq) e superiore anche a quello di Città metropolitana.
ATS Brianza si è data l’obiettivo di raggiungere 1 milione di vaccinazioni nei prossimi quattro mesi. La soglia giornaliera di vaccini da somministrare corrispondeva inizialmente a 27.000, poi ridotta a 18.000. Per coprire tale soglia occorrerebbero 200 linee vaccinali. Al momento, pare tuttavia difficile che i centri fin qui identificati possano coprire tali numeri.
Il PARTITO DEMOCRATICO DI MONZA E BRIANZA chiede quindi con forza che, accanto agli HUB identificati da Regione, vengano attivati i Centri Vaccinali di prossimità messi a disposizione dai Comuni, riprendendo anche l’attività dei centri che erano stati attivati in funzione della vaccinazione degli over 80.
In particolare, si prenda in considerazione l’attivazione dei centri già predisposti nei Comuni di Lissone, Nova Milanese/Muggiò, Seregno, Cesano Maderno, Lentate sul Seveso, Misinto.
La vicenda del PalaBancoDesio è esemplificativa della situazione e del modello organizzativo e gestionale che chiediamo venga perseguito. Un centro allestito all’interno del secondo palazzetto dello sport in Lombardia per capienza, dotato di ampi spazi di parcheggio sia interni sia esterni alla struttura, facilmente raggiungibile e posizionato su una viabilità idonea a reggere flussi veicolari importanti, ha lavorato, con 9 linee vaccinali e la possibilità di ulteriore ampliamento, durante la fase vaccinale delle persone ultraottantenni. Tale struttura pubblica, perfettamente funzionante e in grado di proseguire l’attività, è stata esclusa dall’elenco dei centri per la vaccinazione massiva. Al suo posto sono state individuate nuove sedi, alcune presso strutture private presso cui, nei primi giorni di attività, si sono registrati gravi disagi e ritardi.
Tali centri stanno purtroppo presentando limiti dovuti ai posteggi e a condizioni logistiche che non consentiranno, in prospettiva, l’apertura di ulteriori linee vaccinali. Quindi a maggior ragione diviene secondo noi indispensabile riconsiderare la possibilità di riaprire l’attività vaccinale presso il PalaDesio la cui efficacia è stata ampiamente dimostrata dalle prime settimane di attività: speriamo di essere ascoltati!
Nella zona del Vimercatese, ad esempio, era stato più volte e da più parti richiesto un aumento delle linee vaccinali che si aggiungessero al Centro aperto presso l’Ospedale di Vimercate, decisamente sovraccarico in quanto unico punto vaccinale per la zona. L’attivazione del centro vaccini presso l’ex Esselunga di Vimercate, con potenziamento delle linee, dimostra nei fatti che il sovraccarico ha potuto essere superato, limitando così i disagi di chi, dovendo recarsi unicamente all’Ospedale, era costretto a lunghe e disagevoli attese. Ascoltare le sollecitazioni dei Sindaci del territorio è servito ad andare incontro ai bisogni della popolazione e a permettere un più facile successo nell’adesione di massa alla vaccinazione.
Gli unici motivi che ci spingono a rendere pubblica questa richiesta a REGIONE LOMBARDIA e ad ATS BRIANZA sono la salute delle persone, la massima accessibilità alle vaccinazioni, la prossimità più ravvicinata possibile dei luoghi di erogazione al fine di garantire PIU’ SICUREZZA, PIU’ EFFICIENZA, PIU’ EFFICACIA, PIU’ TEMPESTIVITA’ alla fase vaccinale massiva, come la situazione pandemica e la necessità di un RITORNO ad UNA VITA E AD UN LAVORO NORMALI richiedono con urgenza.
Le preoccupazioni del Partito Democratico di Monza e Brianza si snodano nella prospettiva di un impegno vaccinale che, ben lungi dall’aver esaurito l’attuale urgente funzione di coprire dal contagio la maggior parte possibile della popolazione, dovrà proseguire, in virtù delle indicazioni scientifiche che si stanno formulando in questi giorni, nella prossima stagione autunnale e forse ancora per più di un anno, peraltro unitamente alla campagna per la vaccinazione antinfluenzale che diverrà ancora più indispensabile di quanto già non lo fosse negli scorsi anni.
Diviene quindi per noi una vera e propria responsabilità sociale e politica, l’impegno a continuare a sollecitare Regione Lombardia a pensare, progettare e realizzare un sistema di medicina territoriale davvero e concretamente degno dell’eccellenza della sanità lombarda.
Questo attraverso una reale riattivazione del Servizio di Prevenzione e profilassi di massa, che negli ultimi anni è stato purtroppo sottodimensionato quando non quasi totalmente dismesso: solo così si metteranno in grado i nostri territori e i professionisti della sanità pubblica di far fronte ad un’attività preventiva dell’attuale e delle eventuali future epidemie.
Un ulteriore elemento di attenzione è per il PD anche la situazione di grave ritardo nell’erogazione delle ordinarie attività di gestione della salute dei cittadini, che si esprime nel blocco o nel rinvio delle prestazioni sanitarie ordinarie (chirurgiche, mediche, diagnostiche, riabilitative e preventive di gravi patologie come quelle oncologiche). Tali ritardi li stanno pagando i cittadini più fragili e più esposti a criticità importanti per la loro salute.
È sotto gli occhi di tutti che occorre ristabilire un equilibrio tra gli interventi connessi al fronteggiamento dell’epidemia e la ripresa delle risposte alla domanda di cura dei cittadini: ciò è realizzabile solo pensando e organizzando diversamente le risorse di personale ed economiche, le strutture di ricovero quando necessarie e l’attività territoriale in tutte le sue dimensioni, dalla cura domiciliare, alla realizzazione di ambulatori e servizi territoriali, alla creazione di una rete efficace di Medicina Generale di Infermieristica di comunità nel territorio, nella rivalorizzazione dei presidi ospedalieri locali decisamente trascurati o sospesi nelle loro attività negli ultimi anni.
Anche per questo motivo auspichiamo, e vigileremo con attenzione, che Regione Lombardia provveda ad una seria e trasparente revisione della Legge 23, attualmente in fase di elaborazione: questa deve diventare l’occasione per ripensare radicalmente il modello lombardo che ha dimostrato, nella tragedia connessa al COVID, l’inefficienza e la debolezza della propria medicina territoriale, l’insufficiente riconoscimento del ruolo centrale dei Medici di Medicina Generale e dei Pediatri di Libera Scelta, il pesante svuotamento dei servizi territoriali che presidino da vicino la salute dei cittadini e diano risposte innovative, efficaci, al passo con i bisogni della nostra popolazione.
IL DIRITTO ALLA SALUTE va garantito DA SUBITO A TUTTI in modo EQUO, PROSSIMO, SOSTENIBILE ED EFFICACE.